venerdì 17 giugno 2016

Don Pietro Zito: la Puglia nel cuore e nel piatto


Parcheggiamo nell'assolata e silenziosa piazza principale di Montegrosso alle13.30 di un martedi di metà giugno.
All’esterno dell’ingresso veniamo accolti da un orto pensile, realizzato utilizzando cassette di vino ed olio, che ci permette immediatamente di intuire l’atmosfera che vivremo all’interno.
Sala piccola, 40/50 posti curata nei mini particolari, mangiamo affianco ad una coppia di origine italiana, trapiantata in qualche luogo buio e freddo della Germania,
Stanno aspettando la prima portata e dopo aver condito un piccolo pezzo di pane con dell’olio, che verremmo dopo a sapere prodotto dallo Chef Pietro Zito, e avvicinandolo alla bocca hanno lo sguardo sognante di chi riassapora  sapori lontani nella memoria.
Seguiamo il loro esempio, ma veniamo colti sul fatto dal cameriere che ci porta il benvenuto della casa: una panzanella rivisitata arricchita da caciocavallo podolico….
Il mio scetticismo toscano viene immediatamente fugato al primo assaggio: il perfetto equilibrio della panzanella è esaltato dalla prorompenza del caciocavallo.
Facciamo una scelta stravagante per il vino: un Rosè della zona ottenuto da uve bombino.
Una bella sorpresa, in bocca risulta fresco e gradevole.
Si parte con l’antipasto della casa: un'esperienza unica ed esaltante.
sfilano sulla tavola salumi e formaggi con confetture, purea di fave, fiori di zucca ripieni cotti al forno.
Tutti prodotti della Murgia, di ottima qualità, presentati in modo originale e descritti sapientemente dal personale di sala.
Il pranzo scorre in modo piacevole: orecchiette di grano arso condite con un ragù di carne ricco ed equilibrato, un filetto di maialino cotto lentamente sulla griglia e condito con erbe della Murgia, tenerissimo e saporito.
Quasi sazi siamo indecisi se ordinare il dolce, ma cediamo ai consigli di uno dei camerieri e optiamo per un assaggio di dolci della casa.
Ecco, pur essendo uno al quale non piacciono i dolci (e questa affermazione farà sorgere un sorriso sulla bocca della mia LOVER) questa è la portata alla quale non potete rinunciare quando andrete a mangiare da Pietro. Cassatina siciliana, crostata con crema al limone, babà con la panna… la sublimazione della golosaggine.
Nocino aromatizzato al caffè e liquirizia e limoncello rigorosamente home made…
Un espresso e si riparte verso altri lidi, altre esperienze, altre scoperte…
Buon viaggio LOVERS!

LC ♥: parcheggio facile, bagni spaziosi e puliti.
Prezzo 80 € per due persone, con due bottiglie di vino.








lunedì 13 giugno 2016

Alla Corte di Re Giorgione

Per la sua cucina "laida e corrotta", come ama definirla lui, si è disposti a prenotare il tavolo con ben 5 mesi di anticipo e a inerpicarsi fino alla deliziosa cittadina di Montefalco (Pg) a circa 150 km da Roma.
Per chi non conoscesse Giorgione (davvero si può non conoscerlo?!?) è d'obbligo una piccola introduzione: al secolo Giorgio Barchiesi, è romano di nascita ma umbro di adozione, ex veterinario, oste appassionato e cuoco tradizionale.
I piatti che propone nel suo ristorante hanno la stessa impronta di quelli che cucina in tv per il Gambero Rosso, cioè sostanziosi e gustosi, e i prodotti che utilizza sono di grande qualità e spesso a km 0.
Giorgione travolge con la sua personalità, accoglie gli ospiti con la salopette d'ordinanza e intrattiene gli ospiti girando tra i tavoli.
La location è un ex frantoio del '300, gli arredi e l'apparecchiatura rustica ma curata (peccato solo per alcuni piatti targati Ikea...).
Il menù è fisso. Si inizia con un'orgia di antipasti serviti su un lungo bancone: formaggi e salumi, verdure ripiene, sottoli, zuppe, trippa, pappa al pomodoro, patè di fegatini.
A tavola sfilano le portate principali, di solito due primi e due secondi, che cambiano ogni giorno. Poi patate e insalata e tre dolci fatti in casa.
Da bere vino della casa o una bella scelta a la carta (come rinunciare a un ottimo Sagrantino locale?).
Si esce soddisfatti, con una prenotazione per la prossima volta (tra qualche mese, of course) e una foto ricordo con lo Chef.

Alla Via di Mezzo da Giorgione
Via di Santa Chiara Da Montefalco, 52
Montefalco (Pg)








mercoledì 8 giugno 2016

Ristorante Di Fronte... al lago!

La location è quella meraviglia del lungolago di Trevignano.
Il ristorante è piccolo e accogliente e si apre su una terrazza dove con il bel tempo si mangia godendo della vista.
Sin dalla prima volta, qui ci si sente a casa.
Accolti, coccolati e consigliati da Fabrizio e Germana, marito e moglie con un passato come rappresentanti di vini e un amore incondizionato per l’enogastronomia.
Questa passione si percepisce dal loro sorriso e dalla capacità di accogliere tutti, anche all’ultimo momento.
In menù soprattutto pesce (di mare e di lago) ma anche ottima carne.
Il segreto dei loro piatti è, oltre che la felice mano del cuoco, l’utilizzo di ottime materie prime.
Se scegliete il pesce potete iniziare con un antipasto misto e assaggiare così molte delle loro specialità: tutto buonissimo, ma la mia preferenza va sicuramente alla caponata di mare.
I primi piatti spaziano dai super classici (gricia, cacio e pepe, amatriciana, norma) alle proposte più creative, ma sempre nel rispetto della semplicità.
Tra i secondi noi non possiamo resistere al fritto di calamari, gamberi e moscardini: croccante, asciutto e super abbondante! Ma ce n’è per tutti i gusti: dal pesce di lago, all’hamburger di pesce, all’ottima carne. Pane e dolci rigorosamente fatti in casa.
Se poi amate il vino, qui troverete il vostro piccolo paradiso.
Il nostro consiglio è di lasciarvi guidare dal sapiente Fabrizio, che saprà capire i vostri gusti e suggerirvi il vino più adatto a voi.
Ristorante Di Fronte
Via Francia, 34
Trevignano Romano




venerdì 3 giugno 2016

Pistoia. Le Zie del Lampredotto.

Il locale è piccolo: due vivaci salette di cui una occupata per metà dalla cucina a vista dove si muovono, agilmente e in perfetta armonia, i membri dello staff. La cuoca, un ragazzo e una giovane donna che portano i piatti in tavola, un robusto signore che un po’ cucina, un po’ assaggia, un po’ consiglia i clienti.
Una famiglia, o almeno così ci sembra.
Una rara maestria ai fornelli e una gentilezza sincera, quasi commovente.
Tutto questo rendono un pasto al Le Zie del Lampredotto una delle migliori esperienze gastronomiche fatte negli ultimi anni.
Si mangiano i piatti della antica tradizione toscana, ricette di cui si è quasi persa memoria, che se sei fortunato puoi mangiare in casa preparate da nonne e mamme colte e innamorate, ma che a ristorante è raro trovare così ben fatte, così sincere, non contaminate dalla volontà di renderle più vendibili o tristemente global.
Tra le mura di questo ristorante, nei sapori autentici, robusti ma allo stesso tempo delicati e nobili dei piatti in menù, nella cortesia dei gestori ci sono amore, desiderio di fare bene, di curare attraverso il cibo, di trattare solo materie prime eccellenti e portarle in tavole per renderle eterne.
Vien voglia di venire a vivere a Pistoia, affittare una casetta con balcone su piazzetta dell’Ortaggio, comprare una bici e uscire tutte le mattine a fare rifornimento di verdure, fiori e pane caldo in uno dei tanti mercati del centro storico. Sarebbe soltanto un pretesto per avere a portata di mano Le Zie del Lampredotto e finire lì da loro a gustare bolliti, trippa, zuppe di pane almeno una volta al giorno.
Via 4 Novembre, 45
Pistoia